A volte è bello indulgere nell’autoreferenzialità che implica una pubblicazione personale senza editor esterni. Ed è bello farlo soprattutto quando non hai nient’altro da dire. Quindi iniziamo.
Ho cambiato nome alla newsletter. Se vi state chiedendo cosa è appena arrivata nella vostra casella mail - e se ve lo siete chiesti, forse, non avendo avuto una risposta fino a questo punto avrete già cestinato la mail come spam - dicevo se vi state chiedendo chi sia, questa è la ex Ec(h)o of Critics. Dopotutto quello era il nome che avevo dato alla neonata newsletter ormai 2 anni fa quando il progetto era di scriverla in inglese. Be è andato tutto diversamente e Yorick è un nome più appropriato e rappresentativo per le ambizioni di questo spazio di lettura: se avete letto qualche pezzo avrete notato quanta passione e interesse suscitano in me l’associazione della morte all’ironia, della decadenza alla bellezza e non c’è personaggio migliore nella letteratura per rappresentare questi dualismi di Yorick. Che guarda caso è un non-personaggio. Un teschio a cui Shakespeare dedica solo qualche verso nell’Amleto. Il teschio di un giullare. Tanto basta per essere ricordato dopo 500 anni e dare nome a una newsletter.
Questa associazione di sarcasmo e morte è tipico dello Zen, che è un altro tema ricorrente nei miei pezzi. Quindi direi che siamo apposto.
Visto che ormai siamo in tema, direi di concludere questo pezzo inconcludente con un altra dichiarazione di egocentrismo. Forse non tutti voi sanno che il mio progetto creativo principale da Aprile a questa parte è un canale YouTube in cui parlo di cinema. In video molto brevi (tre i 3 e i 7 minuti), in inglese (le vecchie abitudini spuntano sempre di nuovo), e sull’aspetto formale dei film.
Potete guardarli anche se non siete appassionati di cinema perché il cinema in quei video è solo un pretesto. Amo pensare ai miei video come esercizi di metodo più che come seghe lente e gravi di gente che fa di Letterboxd la summa della sua personalità e una questione identitaria. Ed è una buona occasione per esplorare un medium così incompreso come il cinema, paradossalmente vista la mole di contenuti che si producono a riguardo.
Amo il cinema. Ma la differenza così labile tra una posa e una seria, profonda passione è lo studio. Dire cose interessanti è quello che dovrebbe fare la differenza tra la posa, che è superficiale, e lo studio. La maggior parte dei video essay, format al quale pur sempre aderisco, sono vuoti, inutilmente lunghi e fanno riflessioni banali addobbandole con un tono di una mortale serietà. Dimenticandosi che il cinema è un gioco. Spettacolo e fuochi d’artificio, come l’esibizione di un mago. Questo è quello che cerco di ricreare, uno spettacolo di magia sullo spettacolo di magia. Cerco di mostrare il trucco del mago con un altro trucco. E per me non si può amare qualcosa senza cercare di emanciparsene criticamente. Il cinema ti obbliga alla passività della visione. L’unico modo per appropriarmi davvero del cinema era farne qualcosa di creativo. Quindi ecco qua.
Il canale si chiama F For Frame. Lo potete trovare qui. Iscrivendovi mi farete indubbiamente felice. Perché fingere che non sia così? E questo è l’ultimo video che è uscito:
Ecco, questo è tutto. Alla prossima.